Al pez mael
al pez mael
su la còsta del bosc
tel stornir mataran
de la vèrta ‘l se cata
de òlta in tra mèd i vestì
tèndri de le zaresère
cusì dret, scur
al par an vècio intabarà
restà par sbaljo
in tra mèz tante tosatèle
lidiére de recami
de vènt e de parfun
fursi ‘l se sènt
tel so èser ancora lu,
an putinòt fòra stajon,
gnanca pi bon de far tremar
ma solche de far rider
cor cévedi de fior
il pino solitario / sul crinale del bosco / nel frastornamento pazzerello / della primavera si trova / improvvisamente in mezzo ai vestiti / teneri delle piante di ciliegio / così diritto, scuro / sembra un vecchio intabarrato / rimasto per errore / in mezzo a tante bambine / leggere di ricami / di vento e profumo // forse si sente / nel suo ancora essere se stesso / un fantoccio fuori stagione, / neanche più capace di far tremare / ma solo di far ridere / cuori tiepidi di fiori
Ma come si fa a scrivere una poesia così intimamente delicata? Così desolatamente disperata ma così esplosivamente poetica? Non so. Chiediamo scusa a Cecchinel di aver omesso segni importanti che purtroppo nel blog non siamo riusciti a inserire: il punto sulla z di pez, al primo verso, e sulla z di mez del quinto verso (z dolce, suono quasi della esse) un segno sulla d di de nel sesto verso, il puntino sulla z di zaresere al quinto verso, l’accento circonflesso sulla s di zaresere, (che quindi si legge sg) il puntino sulla z di mez al decimo verso , l’accento circonflesso sulla s di tosatele, il segno sulla d di lidiere al verso successivo, sulla di di de nello stesso verso, e sul de del verso successivo, e sulle d di de e rider al peultimo verso, di cevedi e di de all’ultimo verso.
Luciano Cecchinel (Revine Lago, 1947), ha pubblicato Al tràgol jért (1988), a cui sono seguite Senċ (1990) e Sanjut de stran (all’interno di In forma di parole, 1998). Una riedizione riveduta e ampliata de Al tràgol jért è stata pubblicata nel 1999 dall’editore Scheiwiller con postfazione di Andrea Zanzotto. Del 1997 la plaquette Testamenti, con un disegno di Vittorio Schweiger. Ha pubblicato anche opere parzialmente o totalmente in lingua italiana: le raccolte Lungo la traccia (2005) e Perché ancora / Pourquoi encore (2005) con traduzione di Martin Rueff e note dello stesso Rueff e di Claude Mouchard e Le voci di Bardiaga(2008).