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LA LETTURA, IL TRAM E LA SOCIETA’ DELL’OMOLOGAZIONE E DEL SOSPETTO (di Massimo Pamio)


Che la letteratura sia morta lo smentiscono, mi dice una signora, i pochi che ancora leggono sul tram. A mio avviso, invece, quei pochi provano che la letteratura si è estinta e che loro, figure nostalgiche, sfoggiano il libro come in un museo. Perché affermo questo? Perché la nostra società non ha bisogno di lettori. Sopra tutto non vuole essere letta, interpretata: è gelosa del proprio mistero e perciò si fa essa stessa narrazione, attraverso le sue istituzioni, la pubblicità -narrazione dei suoi desideri nascosti- la televisione, il cinema di Stato, i video della pubblicità Progresso -che più che narrare, svolgono una funzione didattica: insegnano il modo egemone del vivere sociale- l’industria -narrazione del mondo della produzione-  la tecnologia -racconto della guerra condotta contro il dominio della natura. Se tutto nella nostra società narra, allora niente racconta, niente si svela e tutto resta mistero e quello che una volta era delegato a raccontare l’immaginario collettivo (la letteratura) non ha più senso di esistere. Ai nostri giorni nessuno vuole essere letto e conosciuto dall’altro (ecco il perché del ritorno del razzismo, che troppo facilmente è stato addebitato a un risveglio del pensiero conservatore). Nessuno deve leggere dentro di noi, se non lo psicanalista, a pagamento (il compenso è il segreto che ci unisce, che ci tiene avvinti, perché entrambi dobbiamo tacere l’uno dell’altro). I social network raccontano la nostra vita privata e la vita delle relazioni private. In verità, non c’è nulla da nascondere, il nostro tempo segna la fine del mistero della persona. È questo -la fine del mistero personale- il segreto della nostra società: perciò nessuno deve leggere o cercare di interpretare al di là delle istituzioni preposte a farlo. Altrimenti ciascuno rischierebbe di venire a conoscenza del vuoto personale, con tutte le conseguenze psichiche e morali che questa scoperta comporterebbe. “Vorrei che ci fosse un mistero in ogni uomo”, così diceva un personaggio di un romanzo di Tonino Guerra. Nella società omologante, questo mistero, il nostro mistero, sparisce. La società dell’omologazione ha venduto le nostre anime al Diavolo (della Moneta, del Consumismo, della Merce, della produzione capitalista). Non abbiamo più nulla da nasconderci, intimamente. In una società in cui tutti sono trasparenti e omologati, il sistema di potere si rafforza, ma paradossalmente diventa ancor più sospettoso, così da installare impianti audiovisivi di sorveglianza dovunque, da creare nuovi ordini di polizia (quella informatica), assoldando informatori e spie (ci fosse qualche anima rimasta in giro?). Il sistema poliziesco si trasforma in sistema spionistico, fino a che la diffidenza diventa sentimento comune degli individui. Alla ricerca di segreti e di misteri che non ci sono (basta seguire in Italia trasmissioni televisive come Voyager o Misteri), le persone immaginano delitti che non sono mai stati compiuti, sostenendo che quegli impianti di sorveglianza vanno installati, che il sistema spionistico è giustificato. E se non ci fosse nessun mistero e se dunque la realtà coincidesse con la verità? Se la narrazione fosse nient’altro che la fine di ogni ipocrisia? La paura di nascondere la fine del mistero e della sacralità dell’uomo?

La letteratura invece mantiene desta l’ipotesi che la nostra verità (il nostro segreto) sia la differenza che esiste tra gli individui. Perché nessuno è senza l’altro, senza il prossimo. Nessuno è felice senza la felicità dell’altro. Questa differenza fonda l’anima. Lottare contro una società omologante resta l’unico obiettivo di coloro che, in segreto, leggono. Perché la letteratura forse è morta, ma non il lettore, aveva ragione la signora che ne scorgeva la presenza sui tram, sfuggente e solitaria come quella di un’anima.

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ECCO GLI APPUNTAMENTI DI CHIETI MOSTRA LIBRI 2012


Dopo l’intensa giornata d’incontri di ieri, con Roberto Melchiorre, Marco Tarchi, Alessandro Tucci ed il poeta Milo De Angelis, prosegue Chieti Mostra Libri oggi dalle 17.30 con Arnaldo Colasanti, Mario D’Angelo, Marco Tornar, Grazia Di Lisio, Aurelio Picca, Tonita Di Nisio, Domenico Rosa ed il reading “Shakespeare in love“, a cura di Fabio D’Orazio, Betta Fusilli, Liliana Perna, Nicola Trotta e Fiorella De Luca.

Vi aspettiamo nel giardino interno di Palazzo De’ Mayo, a Chieti, in pieno centro storico lungo corso Marrucino.

Seguono dettagli delle giornate 8 e 9 Settembre.

Ecco gli appuntamenti di oggi, sabato 8 settembre 2012, inseriti all’interno del programma della II edizione di “Chieti Mostra Libri”, che si svolgeranno a Palazzo De’ Mayo, in via Martiri della Libertà 1, o in caso di pioggia presso i Tempietti Romani e il foyer del Teatro Marrucino:

  • Ore 17.30 – Arnaldo Colasanti: “Febbrili transiti”, con Mario D’Angelo. Conduce: Nino Germano. Uno degli scrittori e critici più appassionati, conduttore di Uno Mattina, parlerà dei suoi interessi e del suo amore per l’arte abruzzese;

  • Ore 18.30 – Presentazione della rivista “Abruzzo letterario”, con Marco Tornar, Grazia Di Lisio, Marco Solfanelli;

  • Ore 19.00 – Aurelio Picca: “Addio”, “L’Italia è morta, io sono l’Italia”, con Tonita Di Nisio. Uno degli scrittori italiani più interessanti e vivaci parla dei suoi ultimi libri pubblicati da Bompiani;

  • Ore 19.30 – Salvatore Santangelo e Domenico Rosa. Due giovani studiosi si confrontano sui temi della globalizzazione;

  • Ore 20.00 – Reading e concerto d’epoca: “Shakespeare in love”, con Fabio D’Orazio, Liliana Perna, Nicola Trotta, Fiorella De Luca.

 * Note

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 ARNALDO COLASANTI, (Fiuggi, 1 agosto 1957) è uno scrittore e critico letterario italiano, vincitore del Premio Grinzane Cavour. Nell’ambito del suo interesse per la letteratura francese ha pubblicato vaste e approfondite prefazioni ai Romanzi di Guy de Maupassant, (1994) e al Malato immaginario di Molière (1995). Ha condotto Unomattina Estate. E’ direttore artistico di “Babel – festival della parola in Valle d’Aosta“. Tra le sue opere: A giorno chiaro. Ritratti di poesia italiana (Rotundo), (1992), Novanta. Il conformismo della cultura italiana (Fazi), (1996), Decalogo (Rizzoli, (1997), Gatti e scimmie (Rizzoli), (2001), La prima notte solo con te (Mondadori), (2010), Febbrili transiti (Mimesis), 2012.

 MARCO TORNAR (1960), poeta, saggista, traduttore e narratore pescarese, è direttore della rivista “Abruzzo Letterario”. Ha pubblicato le raccolte di poesia Segni naturali (Bastogi, Foggia 1983) e La scelta (Jaca Book, Milano 1996); le prose Rituali marginali (Bastogi, Foggia 1985) ed Errando di notte in luoghi solitari (Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme 2000); il romanzo Niente più che l’amore (Sperling & Kupfer, Milano 2004). Ha curato l’antologia di poesia italiana La furia di Pegaso (Archinto, Milano 1996). Il suo ultimo libro è “Nello specchio di Mabel”.

GRAZIA DI LISIO, è nata a Cabras e vive a Teramo. Laureata in Lettere classiche, si è dedicata all’insegnamento, a studi archeologici, alla conoscenza tecnico-pratica del linguaggio teatrale e cinematografico. Ha pubblicato micro testi per il Teatro-Scuola, poesie-immagini-ritratti online con Lietocolle e le raccolte di poesie “Voci e silenzio” (Sigraf 2003); “Le accese solitudini” (Tracce 2005); “Annoda fili acquei” con traduzioni in francese (Gedit 2008). Ha ricevuto premi per il teatro, per il cortometraggio, per la didattica e per la poesia. È presente in varie Antologie e in cataloghi d’arte. Cura performances interdisciplinari. Organizza eventi culturali con l’Associazione “Collurania” di Teramo. Scrive su riviste abruzzesi. La sua ultima fatica è “sa terra sonadora” (Noubs Edizioni), una ricerca ed una raccolta straordinaria di canti indigeni sardi.

 MARCO SOLFANELLI, Marco Solfanelli è nato a Chieti nel 1954. Ha diretto dal 1980 al 1994 la Casa Editrice Marino Solfanelli, curandone in particolare le collane dedicate al fantastico e alla fantascienza per le quali ha ottenuto numerosi premi sia nazionali che esteri. È Direttore Editoriale della Casa editrice Tabula fati e presidente Associazione Editori Abruzzesi.

 AURELIO PICCA, (Velletri, 1957) è uno scrittore e poeta italiano. Ha esordito nella narrativa nel 1992 con la raccolta di racconti La schiuma. Ma il vero esordio è un libro di poesie, Per punizione, uscito nel 1990. Ha poi pubblicato L’esame di maturità (Giunti, 1995), ristampato da Rizzoli (2001), I racconti dell’eternità (1995), I mulatti (Giunti, 1996), Tuttestelle (Rizzoli, 1998), Premio Alberto Moravia, Superpremio Grinzane Cavour, finalista premio Viareggio, Bellissima (Rizzoli, 1999), Sacrocuore (Rizzoli 2003). Via Volta della morte (Rizzoli, 2006). Del 2007 è il poemetto civile “L’Italia è morta, io sono l’Italia”. “Se la fortuna è nostra” (2011) Aurelio Picca è giornalista pubblicista. Ha collaborato tra gli altri con Repubblica, Il Giornale, Max, Nuovi Argomenti. Inoltre è video maker: Elogio delle Torri e Palio del bianco; Roma tanta poca; Asilo infantile, intervista a Edward Bunker.

DOMENICO ROSA, abruzzese ma fiorentino d’adozione, è autore di una ricerca su “Fiume dannunziana. Tra irredentismo e fantasia” (Eclettica edizioni), redattore per la sezione cultura della testata web “Il sito di Firenze”.

 

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Ecco gli incontri di domani, domenica 9 settembre 2012, inseriti all’interno del programma della II edizione di “Chieti Mostra Libri”, che si svolgeranno a Palazzo De’ Mayo, in via Martiri della Libertà 1, o in caso di pioggia presso i Tempietti Romani e il foyer del Teatro Marrucino:

  • Ore 17.30 – Adua Villa: “Una sommelier per amica”, con Cristina Mosca. Un’anteprima nazionale.

  • Ore 18.30 – Spettacolo teatrale ispirato dai testi di John Fante con Stefano Angelucci Marino, che presenterà il suo libro “Fanteria Abruzzi”, in anteprima. Introduce: Giulio Avocatino.

  • Ore 19.00 – Paolo Lagazzi: “Nessuna telefonata al cielo”. Uno dei più noti critici letterari italiani presenta un frizzante libro di racconti.

  • Ore 19.30 – Incontro con Giordano Bruno Guerri, Il noto storico ripercorrerà la sua vita culturale e le sue imprese in un’Italia posteroica. Conduce Stanislao Liberatore.

* Note

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ADUA VILLA, volto noto dell’enogastronomia italiana, divulgatrice di successo, ha una formazione enogastronomica a 360°: Sommelier del Vino, Sommelier Master Class, Sommelier dell’Olio, Degustatore di formaggio, Degustatore di Cioccolata, Docente Ais (Associazione Italiana Sommelier). “Una sommelier per amica” verrà presentato a Chieti in anteprima europea.

 CRISTINA MOSCA, insegnante, addetto stampa e giornalista abruzzese, la scrittrice originaria di Città Sant’Angelo ha all’attivo numerose pubblicazioni di poesia, prosa e traduzioni letterarie. Fondatrice del mensile che si occupa di enogastronomia “C come magazine”, nel 2007 ha pubblicato con Schena editore “E donne infreddolite negli scialli”.

 PAOLO LAGAZZI,  è uno dei più grandi critici letterari italiani: la sua opera è sterminata. Tra gli altri ha curato, solo in Italia ben 3“Meridiani” Mondadori: per Bertolucci, Citati, Spaziani.Tra le sue opere: Comparoni e “l’altro” – Sulle tracce di Silvio D’Arzo, Collana: Il castello di Atlante, Reggio Emilia, Rêverie e destino. L’opera di Attilio Bertolucci, Collana: Strumenti di studio, Milano, Garzanti, 1993. Per un ritratto dello scrittore da mago, Prefazione di Valerio Magrelli, Collana: Il castello di Atlante, Reggio Emilia, Diabasis, 1994. Per un ritratto dello scrittore da mago, (prefazione di Emanuele Trevi); collana: I volti di Hermes, Dentro il pensiero del mondo,  Vertigo. L’ansia moderna del tempo, La casa del poeta. Ventiquattro estati a Casarola con Attilio Bertolucci, , Milano, Garzanti, 2008., Forme della leggerezza, Collana: Lettere, Milano, Archinto [2010], Otto piccoli inchini, tavole di Daniela Tomerini, Roma, Albatros 2011.

 GIORDANO BRUNO GUERRI, è nato alla fine del 1950 a Iesa, comune di Monticiano, provincia di Siena: Consegue la laurea nel 1974 con una tesi su “La figura e l’opera di Giuseppe Bottai“, che due anni più tardi trova pubblicazione editoriale presso Feltrinelli. Successivamente pubblica una raccolta di documenti storici dal titolo “Rapporto al Duce” (Bompiani, 1978); seguono “Galeazzo Ciano” (Bompiani, 1979), saggio sulla politica estera fascista, e “L’Arcitaliano – Vita di Curzio Malaparte”.

In seguito pubblica “Io, l’infame”, (Mondadori, 1983) biografia del brigatista rosso Patrizio Peci, che scrive insieme a lui in due settimane durante il periodo in cui lo stesso Peci si tiene nascosto ai suoi ex compagni di lotta armata.

Nonostante la formazione cattolica, non si occupa di questioni religiose fino al 1982, quando inizia a scrivere “Povera santa, Povero assassino”, storia di Maria Goretti.

 Nel 1985 viene nominato direttore del mensile “La Storia Illustrata”; nell’arco di quindici mesi porta le vendite da 60.000 a 110.000 per numero; viene in seguito promosso direttore editoriale della Mondadori, incarico da cui si dimette nel 1988 dopo l’acquisizione della casa editrice da parte di Carlo De Benedetti. Dal 1989 fino al 1991 assume la direzione del mensile “Chorus”.

 Nel 1995 pubblica un lavoro divulgativo e di sintesi, dal titolo “Fascisti – Gli italiani di Mussolini, il regime degli italiani” (Mondadori). Nello stesso anno si trasferisce a Roma; poco tempo dopo la Rai gli offre la conduzione di un programma televisivo, dal titolo “Italia mia”, assieme a Cinzia Tani; il programma va in onda fino al 1997. Poi arriva l’impegno pubblico: Mario Caligiuri, sindaco del comune calabrese di Soveria Mannelli, gli propone l’incarico di assessore alla Cultura. Giordano Bruno Guerri accetta ponendo tuttavia una condizione: quella di definirsi Assessore al Dissolvimento dell’Ovvio.

Ricopre l’incarico per sole quattro settimane, durante le quali emette alcune provocatorie ordinanze, tra cui ricordiamo quella del Monumento al Cassonetto, iniziativa il cui scopo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inopportunità di installare antiestetici cassonetti per la nettezza urbana in zone cittadine di pregio architettonico e artistico. Tra le spiegazioni che adduce circa il suo repentino abbandono dell’incarico pubblico ricordiamo quella più singolare per “eccesso di cene ufficiali”.

Nel 1997 pubblica “Antistoria degli italiani – Da Romolo a Giovanni Paolo II” (Mondadori).

 All’inizio del mese di aprile del 2004 Giordano Bruno Guerri assume la direzione de “L’Indipendente”. Guerri fa notare subito la propria linea di direzione del quotidiano, pubblicando in prima pagina un aforisma del poeta americano John Giorno: “Nessun cazzo è duro come la vita”; viene sostituito nel febbraio del 2005 da Gennaro Malgieri, già direttore del Secolo d’Italia.

 Da anni Giordano Bruno Guerri collabora con “Il Giornale” come opinionista. Dal marzo 2003 al 2007 ricopre la carica di presidente della Fondazione “Ugo Bordoni”, istituto di Alta Cultura. Tiene regolarmente corsi di Storia Contemporanea alla facoltà di Scienze Politiche delle Università di Salerno, Ginevra, Madrid, presso la Columbia University di New York e Rio de Janeiro, città quest’ultima dove ogni agosto, da anni, tiene lezioni agli studenti che scelgono l’italiano come lingua straniera. Giordano Bruno Guerri insegna inoltre Storia Contemporanea all’Università Guglielmo Marconi di Roma.

Dal 2004 è presidente del ForumTal, che si occupa di Trattamento Automatico del Linguaggio, ovvero come insegnare alle macchine a parlare e scrivere in italiano. Dall’ottobre del 2008 è presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera, cui ha ridato slancio con nuove creazioni museali e l’acquisizione di importanti documenti.

 

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LA BIBLIOMANZIA TI CAMBIA LA VITA, PAROLA DI NOUBS…


BIBLIOMANZIA

DIMMI CHE LEGGI E TI DIRO’ CHI SEI

Il primo servizio on line delle Edizioni Noubs!

Inviate tramite e mail a: manoscritti@noubs.it:

1) luogo e data di nascita

2) alcuni dei titoli che leggete

3) i libri che preferite.

Tre esperti (uno psicologo, un astrologo e uno scrittore) vi indicheranno le caratteristiche della vostra personalità e le propensioni. Inoltre, vi consiglieranno di leggere il libro che potrà cambiare (in meglio) la vostra vita. Per il servizio, non chiediamo nulla, ma solo di fare a voi stessi un regalo, acquistando uno dei titoli e book delle edizioni Noubs oppure uno dei libri delle edizioni Noubs a vostra scelta tra: AA.VV. – Il primo giorno di lavoro,

Michele Ghilotti – Pasticcio di grano,

Jorge Ibarguengoitia – La legge del menga,

Marco Marsullo – Ho Magalli intesta ma non riesco a dirlo,
 
AA.VV. – Tutto il nero dell’Italia,
 
AA.VV. -Tutto il nero del Piemonte.
VISITATE IL NOSTRO SITO > SEZIONE CATALOGO WWW.NOUBS.IT

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ALESSANDRO BERTANTE E I SEMINATORI D’ODIO


In questi giorni in rete, soprattutto sui social network più utilizzati, corre veloce la eco delle parole di Alessandro Bertante, geniale scrittore milanese che in un articolo per il Fatto Quotidiano ha dato finalmente voce e sfogo alla denuncia di una peste tutta italiana, quella dei “seminatori d’odio”. Ovviamente siamo in ambienza letteraria, o più in generale culturale, declinata nel mare magnum degli spazi letterari che tentano giorno per giorno di promuovere democraticamente (?) la fenomenologia contemporaena della letteratura nostrana: proprio in tali spazi i seminatori d’odio pare attecchiscano, bubboni il cui volume cresce in modo direttamente proporzionale alla propria frustrazione. Bertante ce ne indica cinquanta, ma sospettiamo siano infiniti.

Rimandiamo direttamente alla lettura dell’articolo, ponendo in essere un ulteriore interrogativo collaterale a quanto trattato da Bertante: ma coloro – seminatori d’odio inclusi – che da mane a sera non fanno altro che parlare di letteratura, quando scrivono?

Buona lettura!

Seminatori d’odio, di Alessandro Bertante

 

 

ALESSANDRO BERTANTE

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Il “cartiglio d’ombra” del poeta Maurizio Landini


Segnaliamo questo intelligente spazio votato al cielo della poesia e delle immagini:

http://cartigliodombra.blogspot.com/

Il suo ideatore nonché curatore è Maurizio Landini, nato ad Ancona nel 1972. Ha scritto le sue prime poesie nel 1986, ispirandosi a un disco di Jean Michel Jarre. Poi si è appassionato a un sacco di cose come la musica elettronica, la fantascienza, i soldatini e l’antropologia culturale, senza rinunciare alla mania di scrivere. La sua prima silloge, “Permanenze Lontane” (Edizioni della Sera), è del 2011. Nello stesso anno ha creato il progetto di poesia e immagine e “Versigrafìe”.

 

MAURIZIO LANDINI

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QUADRO METAFISICO II, una poesia del carissimo FRANCESCO IENGO


Una figura come quella di Francesco Iengo raramente è di passaggio sulla Terra, ma quando accade il cuore di chi tocca si scioglie in pura gratitudine.

Considerato che l’anno 2012 bisogna iniziarlo necessariamente bene, dati i tempi, oggi vi doniamo molta poesia: che il suo occulto mantra possa aiutarci?

A voi la lettura, a voi il giudizio…

FRANCESCO IENGO
Quadro metafisico II

Quando chi ci sovrasta ode gli astanti
ostare ad alte grida ad ogni arresto
e detestare ogni constatazione
di colpa, sosta un attimo finché
insofferente di restare inerte
uccide tutti e seguita in eterno
a stare.

Se continua così, sottostaremo
sempre più a sottoposti, resteremo
riposti, arresteremo posizioni
ostative (magari sovrapponendo
astanze ad opposizioni), ed infine
sovrasteremo a deposti cui consta
che apporre stia al detestare, ahimé, come
comporre al nulla. Emaneremo istanze.

Francesco Iengo, nato a Udine nel 1938, morto a Chieti nel 2000, docente tra i più amati dell’Università di Chieti, ha pubblicato numerosi saggi in volume e anche poesie, tra cui queste tratte da Variazioni Goldberg 1995-1996, Noubs.

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Valentina Faricelli ci segnala “IL VALORE DELL’ATTESA”…


La nostra amica giornalista Valentina Faricelli, infaticabile nella ricerca della bellezza, ci ha segnalato un Paolo Giordano da leggere assolutamente, una riflessione svagata ma terribilmente seria nelle sue implicazioni concrete sul valore dell’attesa. L’articolo è presente sul Corriere.it, vi invitiamo a leggerlo…

http://www.corriere.it/cultura/11_dicembre_24/giordano-valore-attesa-natale_cd8e3602-2e1e-11e1-8940-3e9727959452.shtml

 

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Poesia inedita di SILVIA MOLESINI


Silvia Molesini, nata a Bussolengo (Vr) il 14 luglio 1966, vive e lavora come psicoterapeuta a Costermano. Ha pubblicato le raccolte Nuova noia (Ibiskos ed. 1987), L’indivia (Campanotto ed. 2001), Il corpo recitato (I figli belli ed. 2004), Lezioni di vuoto (Liberodiscrivere ed. 2006). Ha partecipato al romanzo a rete Rifrazioni scomposte su corpo 12 e, per circa due anni, membro fondatore, al progetto Karpòs. È presente in diverse antologie e in qualche rivista letteraria (Le voci della luna, Filling Station, L’ortica, Critère, Niedergasse) ed è stata segnalata in concorsi di poesia (nel 2008 : con Esanimando al Premio Montano e al premio Mazzacurati/Russo con Cahiér corpo piccolo ). Collabora con www.absolutepoetry.com, zeropoetry e viadellebelledonne. Cahiér de doléances, raccolta inedita 1995-2000 è collocata su www.inedito.it.

Work in progress e sito di riferimento: Nascita e morte (titolo provvisorio).

Letture su www.myspace.com/molesini (Alle quattro e venti circa). Dulcis in fundo, 13 algebriche mistiche.

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A SILVIA

di SILVIA MOLESINI

A Sylvia (in nome di Nicholas)

Ciao Silvia nella tua pietrificata

esistenza sul

mondo ricamato degli altri oggi

è il giorno che ti rileggo, frastornata

e mi sovviene l’eterno che abbaia

penso alla stanza di una statua

e ad una cosa troppo vasta per

amarci che niente basta a amarla

la tua camera buia seppellita

l’isola sfolgorante degli insonni

la sciarpa di Isadora strozzata.

Ciao triste forte potente parola

tutti innamorammo davvero

tutti ci uccidemmo per te scritta

nel deserto mai abbastanza vero

e a descrizione attenta e a

veleno non letterale ma scolpito

a miele d’occhio d’uva e a occhio

di ragno, una visione austera

visto tutto: l’esilità del luogo portante

la maschera obbligata dell’incontro

i desideri che si catafrattano

e un gesto monco sulla pelle delle ossa.

Silvia Molesini

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Estratto di MASSIMO PAMIO, dalla silloge poetica Amormorio


L’anima del mondo pare riposi, si tormenti, evapori nei versi dell’ultima raccolta di Massimo Pamio, Amormorio, Edizioni Noubs 2010.

Ne riportiamo un estratto, per donarvi la bellezza che meritate.

XLVI

Si perde, l’amore fedele:

si perde e s’annulla, poi che il mio verso

non resta. Brucia ogni voce, se brucia

il silenzio. Quando di tutto

sarà appena un rigo di lacrima

XLVII

augurio

rose cresciute nel deserto

son diciassette

il diciottesimo è l’augurio

del cuore della mente

per tutto il mondo che potrai avere

e che nessuno ha mai avuto

per tutto ciò che potrai essere

e che nessuno mai è stato.

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Vigilia di Natale, inedito di ANDREA MARCHESI


Andrea Marchesi è un giovane poeta (bergamasco che vive a Pavia) di cui è in corso di pubblicazione, per le Edizioni Noubs, l’opera prima, un testo che, già vincitore del Premio Opera Prima “Marina Celiani De Lollis”, rivela le qualità di una nuova, autentica voce che si farà certamente strada nella storia della poesia italiana.

Senza distruggere l’innumerevole l’uomo non sa stare/ o senza comprimere filosoficamente delle dosi di infinito”: lo sforzo conoscitivo di questa lirica è continuo, e si agita tra pienezza e mancanza, e non frequenta vie di mezzo, perché non c’è tempo più agitato e assetato d’estremo come la giovinezza. Eppure, a volte, questa tensione si scioglie e improvvisamente appare una verità definitiva, soprattutto nella dimensione esistenziale, individuale: “senza averti non mi sarei mai trovato”, e qui Marchesi coglie la verità del singolo: solo una persona ci delimita, ci limita e si riconosce in noi; solo in quella ci riconosciamo, ci ricomponiamo, quella che ci permette un profondo comunicarci e accoglie il bisogno di esprimersi e di annullarsi della nostra anima interiore, e ci rivela che noi siamo in un gesto, in un atteggiamento, in un modo di comunicare, di baciare, di accarezzare, di sorridere, di ridere, in una serie di esercizi che si ripetono e nel ripetersi formano la nostra contingenza, il nostro consistere, ovvero il modo di essere del nostro unico autentico labilissimo Io (…) (dalla nota critica di Massimo Pamio).

 

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Poesia inedita di Mario Lunetta, Opzione deviata


Mario Lunetta, uno dei maggiori poeti italiani viventi, caro amico delle Edizioni Noubs, persona dalla bontà delicata e dall’intelletto forte, appassionato, ci ha donato una sua poesia inedita. Noi la doniamo a voi, nella sua tersa bellezza dicembrina.

 

MARIO LUNETTA

Opzione deviata

Le mie furbizie credo siano rimaste tutte nel ventre di mia madre

tenerissima donna piena di timori e tremori timidezze labilità

quando sono venuto al mondo come si dice in cerca di chissà cosa

chissà con quali pretese. Ora so soltanto che a costruirmi

tutte le mie ingenuità ho fatto una fatica mostruosa e tuttavia

non me ne pento. Le mie difese cedono un giorno dopo l’altro

ed è sempre più chiaro che solo le eccedenze hanno un senso.

Tutto ciò che si risparmia è qualcosa di non esperito qualcosa

di non vissuto. La verità o ciò che così viene denominato

non è l’opposto della menzogna ma una sua opzione deviata

un suo irrealizzato desiderio. Ecco perché tentare di definire

esattamente il proprio profilo è come insultare lo scirocco

fare linguacce agli acquitrini. Non ho paura di niente se non

di me stesso della mia immaginazione troppo povera stenta

piena di rumori non decifrati. Sento che i miei occhi sono

sempre più inadeguati a definire le cose le loro ombre smarrite

Sento che i volti che ho amato nascondevano una noce radioattiva

che era la loro luce il loro nulla. E ora non mi resta che tacere

con gli abiti che mi si stringono addosso i capelli che cadono

illuso sotto la pioggia di avere ai piedi una coppia di pattini alati

19 giugno 010

Mario Lunetta

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Benvenuti nel nuovo blog delle edizioni Noubs!


 
 
  Cari Lettori,
come anticipato sul sito www.noubs.it, le Edizioni Noubs tornano con un blog semplice e chiaro nella veste grafica, ma pronto nei contenuti ad accogliere la complessità del reale, scrutata, indagata, messa a nudo con ciò che più amiamo e cerchiamo di valorizzare: il fatto letterario.
Un vero e proprio caleidoscopio che non vi terrà solamente aggiornati su ciò che si combina in casa Noubs, o sui mille, quotidiani colpi di genio del direttore Massimo Pamio, no. Vogliamo che questo blog divenga un crocevia di voci colte, appassionate, determinate a rompere la logica tecnocratica in vista della costituzione di un nuovo umanesimo.
Vogliamo il vostro contributo!
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