Michele Ghilotti – Pasticcio di grano,
Jorge Ibarguengoitia – La legge del menga,
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A SILVIA
di SILVIA MOLESINI
A Sylvia (in nome di Nicholas)
Ciao Silvia nella tua pietrificata
esistenza sul
mondo ricamato degli altri oggi
è il giorno che ti rileggo, frastornata
e mi sovviene l’eterno che abbaia
penso alla stanza di una statua
e ad una cosa troppo vasta per
amarci che niente basta a amarla
la tua camera buia seppellita
l’isola sfolgorante degli insonni
la sciarpa di Isadora strozzata.
Ciao triste forte potente parola
tutti innamorammo davvero
tutti ci uccidemmo per te scritta
nel deserto mai abbastanza vero
e a descrizione attenta e a
veleno non letterale ma scolpito
a miele d’occhio d’uva e a occhio
di ragno, una visione austera
visto tutto: l’esilità del luogo portante
la maschera obbligata dell’incontro
i desideri che si catafrattano
e un gesto monco sulla pelle delle ossa.
Andrea Marchesi è un giovane poeta (bergamasco che vive a Pavia) di cui è in corso di pubblicazione, per le Edizioni Noubs, l’opera prima, un testo che, già vincitore del Premio Opera Prima “Marina Celiani De Lollis”, rivela le qualità di una nuova, autentica voce che si farà certamente strada nella storia della poesia italiana.
“Senza distruggere l’innumerevole l’uomo non sa stare/ o senza comprimere filosoficamente delle dosi di infinito”: lo sforzo conoscitivo di questa lirica è continuo, e si agita tra pienezza e mancanza, e non frequenta vie di mezzo, perché non c’è tempo più agitato e assetato d’estremo come la giovinezza. Eppure, a volte, questa tensione si scioglie e improvvisamente appare una verità definitiva, soprattutto nella dimensione esistenziale, individuale: “senza averti non mi sarei mai trovato”, e qui Marchesi coglie la verità del singolo: solo una persona ci delimita, ci limita e si riconosce in noi; solo in quella ci riconosciamo, ci ricomponiamo, quella che ci permette un profondo comunicarci e accoglie il bisogno di esprimersi e di annullarsi della nostra anima interiore, e ci rivela che noi siamo in un gesto, in un atteggiamento, in un modo di comunicare, di baciare, di accarezzare, di sorridere, di ridere, in una serie di esercizi che si ripetono e nel ripetersi formano la nostra contingenza, il nostro consistere, ovvero il modo di essere del nostro unico autentico labilissimo Io (…) (dalla nota critica di Massimo Pamio).
Opzione deviata
Le mie furbizie credo siano rimaste tutte nel ventre di mia madre
tenerissima donna piena di timori e tremori timidezze labilità
quando sono venuto al mondo come si dice in cerca di chissà cosa
chissà con quali pretese. Ora so soltanto che a costruirmi
tutte le mie ingenuità ho fatto una fatica mostruosa e tuttavia
non me ne pento. Le mie difese cedono un giorno dopo l’altro
ed è sempre più chiaro che solo le eccedenze hanno un senso.
Tutto ciò che si risparmia è qualcosa di non esperito qualcosa
di non vissuto. La verità o ciò che così viene denominato
non è l’opposto della menzogna ma una sua opzione deviata
un suo irrealizzato desiderio. Ecco perché tentare di definire
esattamente il proprio profilo è come insultare lo scirocco
fare linguacce agli acquitrini. Non ho paura di niente se non
di me stesso della mia immaginazione troppo povera stenta
piena di rumori non decifrati. Sento che i miei occhi sono
sempre più inadeguati a definire le cose le loro ombre smarrite
Sento che i volti che ho amato nascondevano una noce radioattiva
che era la loro luce il loro nulla. E ora non mi resta che tacere
con gli abiti che mi si stringono addosso i capelli che cadono
illuso sotto la pioggia di avere ai piedi una coppia di pattini alati
19 giugno 010
Cari Lettori, come anticipato sul sito www.noubs.it, le Edizioni Noubs tornano con un blog semplice e chiaro nella veste grafica, ma pronto nei contenuti ad accogliere la complessità del reale, scrutata, indagata, messa a nudo con ciò che più amiamo e cerchiamo di valorizzare: il fatto letterario. Un vero e proprio caleidoscopio che non vi terrà solamente aggiornati su ciò che si combina in casa Noubs, o sui mille, quotidiani colpi di genio del direttore Massimo Pamio, no. Vogliamo che questo blog divenga un crocevia di voci colte, appassionate, determinate a rompere la logica tecnocratica in vista della costituzione di un nuovo umanesimo. Vogliamo il vostro contributo!
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