Archivi giornalieri: 2 giugno 2012

RENATO MINORE E I POETI ITALIANI


Donzelli ha pubblicato “La promessa della notte. Conversazioni con i poeti italiani” a cura di Renato Minore,  colloqui con 21 poeti.

La proposta di lettura è di Massimo Pamio.

C’è un modo confidenziale di fare letteratura -senza rinunciare a definire l’orgoglio che si manifesta nelle vite di coloro che, poeti, disegnano le forme mentali nel linguaggio ombra del Narciso- un modo di cogliere il segreto dell’altro in modo amichevole, di spartire al desco della solidarietà le particole del garbo, della sincerità, della onestà a cui Renato Minore attinge continuamente nella sua ultima opera, in veste di interlocutore ideale, giacché, pronto a redigere ne “La promessa della notte”, “conversazioni con poeti italiani”, ne fa conversazioni tanto più encomiabili quanto più rivestite della finezza e della sensibilità con cui l’ascoltatore -e quale ascoltatore! Un letterato di grande valore- rispetta e aiuta l’altro a scavare in se stesso, a suturare nel dialogo la ferita che egli ha deciso di aprire nel momento in cui ha inziato a scrivere per sé la biografia rimata della tensione verso l’avventura del profondo insita nell’attraversamento poetico, che è sempre un pericoloso spingersi verso l’oltre, mai rivelando a se stesso che quell’oltre è la propria coscienza, e che, per quella ferita originale, non ci sarà nessuna cura, e la malattia proseguirà fino a che un critico o un lettore non ne sarà capace di interpretare e comprendere il trauma, ovvero di curarne il senso intuendo quel che ne violò per sempre l’animo, inaugurando il flusso ritmico di quel Cristo crocifisso continuamente volto a chiedere la giustizia della verità al proprio Padre. In poche pagine, Renato Minore fa proprio questo, assegnando a ciascun autore la propria croce e il senso della propria dannazione terrena, dell’avventura della poesia, menzogna con cui si interroga la propria coscienza per cercare la verità dell’Altro. E così per Bertolucci, Renato Minore ci aiuta a comprendere come la sua domanda sia rivolta a chiedere giustizia in nome della domesticità, della sacralità offesa del nucleo famigliare e dei suoi affetti; per Betocchi, invece, la dinamica scaturisce dalla scintilla dell’innamoramento nei confronti dell’universo, in un’alba in cui attendeva al suo lavoro, da cui la riconoscenza, la vita concepita come riva doppia tra un’attesa rimasta insoddisfatta e la scoperta della gioia; per Caproni la volontà di scendere nel profondo per non risalire più alla luce: il poeta è un minatore. Di ciascun poeta Renato Minore ci svela la sete inappagabile, ci mostra la maschera e ci svela il volto: ma con pacatezza, con serenità, e anche con pudore, in modo che non tutti si possa giungere a dire: ecco, il re è nudo, perché non è così, la verità va rispettata, va resa amabile confidenza, dotta frequentazione, va concepita come invito alla lettura dei poeti, che divrebbe essere poi lo scopo di ogni antologia, ma che forse solo in questa ci viene così dolcemente ispirato e consegnato.

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